Sarto per signora

Da “ Tailleur pour dames” (1887) di George Feydeau
Libero adattamento in 3 atti di Massimo Caselli

Regia
Massimo Caselli

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Georges Feydeau (1862 – 1921) è considerato con Molière uno dei più grandi autori della commedia francese ed europea.
Scrisse circa cinquanta opere di grande successo e il suo “Sarto per signora (Tailleur pour dames)” fu una delle prime ad andare in scena nel 1886.
Il Teatro Minore Alberto Belli la propone al pubblico in un adattamento che trasporta gli avvenimenti non solo dalla Francia all’Italia ma anche da Parigi alla città di Ferrara, sede della Compagnia, lasciando inalterate quelle che sono la costanti del teatro di Feydeau e cioè il ritmo serrato, quasi frenetico, e lo spirito sarcastico verso la borghesia che gli fu sempre perdonato grazie alla straordinaria abilità di commediografo ma anche di regista.
Il personaggio principale, il dott. Molinari, è un medico che dopo appena sei mesi di matrimonio ha già passato una notte fuori di casa per incontrare in segreto una delle sue graziose pazienti. Purtroppo al momento del rientro, il medico si accorge di aver dimenticato la chiave e per non farsi scoprire dalla moglie trascorre la notte in giardino.
Da questo semplice contrattempo, nascono una serie di imprevisti che porteranno Molinari a diventare il bersaglio degli attacchi della consorte e della bellicosa suocera e subito dopo la preda di un insopportabile amico scocciatore che gli affitterà un appartamentino, in precedenza occupato da una sarta, dove potrà dar corso alle sue scappatelle e dove sarà costretto a fingersi a sua volta sarto pur di mettersi al riparo da una serie di visite inaspettate.
Entreranno in questo gioco ex mogli, amanti, mariti traditi oltre all’imperturbabile e fidatissimo maggiordomo Stefano, in un perfetto meccanismo teatrale dove nulla è come sembra e tutto è come appare!



Ci vediamo dopo il teatro, in piazza, vi cercherò io”, cl’è come dir “aspetam tuta not, tant mì an vien brisa”.
E mì a son sta in piaza come un cuch infin a tre or. E quand aiò decis ad turnar a cà … tack … aveva lasà a cà il ciav.
Se a sunava avria smisià miè muier e acsì am son rasegnà a pasar la not in zardin.

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